Coltivare non significa solamente prodursi autonomamente gli alimenti vegetali per garantirsi una maggior salubrità degli stessi; per me vuol dire avvicinarsi alla natura, seguire le stagioni, conoscere le specie animali e vegetali che ci vivono, vuol dire imparare a conoscere gli eventi atmosferici e i cicli lunari.
In una quotidianità frenetica è uno straordinario esercizio di pazienza, è fatica e anche attesa.
Prendersi cura di qualcosa o di qualcuno è un atto di amore nei confronti di sé stessi e dell’ambiente in cui viviamo.
Con un orto ci sono cresciuta; al Belvedere mio nonno e mio papà coltivavano tutte le verdure che trovavo sulla tavola. Da bambina era normale andare a raccogliere i pomodori che poco dopo ritrovavo sulla tavola tagliati e conditi, era normale fare merenda in giardino con le ciliegie raccolte dal ramo in punta di piedi.
Quando loro hanno smesso, non sono riuscita a farne a meno e ho deciso di iniziare a crearne uno tutto mio.
All’inizio è stato un disastro poi, anno dopo anno, dopo svariati tentativi, osservazione, studio ed esperienza le cose sono migliorate.